venerdì 3 gennaio 2014

Azzurro Polini #2 - Gli anni d’oro del grande Ajax, gli anni di Volpi e Poggi nei chewin-gum


1996. Un anno prima ancora. Hai posizionato il Supertele con i colori dell’Inter a terra con estrema attenzione. Roba che se Baggio ci avesse pensato prima saresti Campione del Mondo. Giusto lì, tra la buca nell’asfalto e un tetrapack di succo alla pesca. Il vocio intorno si attenua. Urli “Roberto Carlos!” e chiami il tiro ad effetto prima di colpire malamente la palla che in effetti effetta e svolazza qua e là. Per poi finire miseramente oltre la rete.


Persa per sempre. Sempre - oddio, dai - fino alle quattro, quando, finita la scuola, potevi andartela a recuperare, ma due ore voleva dire sempre. E poi la partita della quinta a contro la quinta b sarebbe continuata solo con un pallone di spugna, che era la disgrazia del gioco del cacio. Non si muoveva, si inzuppava di acqua tipo levriero afghano sotto la doccia e concludeva le partite in mischie e zuffe terribili con uno sopra l’altro e la palla lì Ferma. Che col senno di poi ti chiedi il perché nella tua vita di pessimo calciatore hai perso qualcosa come centrodici Supertele e nessun pallone di spugna…
Il pallone di spugna è per sempre. Come un diamante. Come la digestione della peperonata. Venti anni dopo eri sul divano in un momento di desolazione e ancora ti passa davanti un pallone giallo di spugna mosso dal vento, come una palla di fieno del far west.


Che poi, questa storia del calcio… Non ti è mai piaciuto più di tanto… Ma ci sei cascato. Ogni regazzino qui negli anni ‘90 ci casca nel calcio, prima o poi: vuoi per la tivvù, vuoi per la sigla di Domenica Sprint, vuoi per la raccolta delle figurine dei calciatori nelle gomme da masticare Topps…


Questa storia delle gomme da masticare più figurina ti ha sempre fatto scattare il Carcarlo Pravettoni e lo hai ritenuto un investimento più che vantaggioso. Cento lire per una gomma al gusto “gomma” e tre figurine di calciatori. Un album grande pochi centimetri che se completavi potevi avere una maglietta ORIGINALE della tua squadra. Quell’originale suonava come il Sacro Graal del campetto.


Ti sei fatto i conti del numero di figurine, diviso il prezzo delle gomme, a meno dei doppioni. Eri un genio. Ne avresti completati una decina e poi rivenduto le magliette e saresti diventato il benzinaio del Campo Quinte. Si, vabbè, perché avevi questa convinzione che i benzinai fossero ricchi, viste tutte le banconote da cinquantamila lire che avevano nel borsello, ma questa è un'altra storia. Ecco, il concetto è quello.


Però c’era la furbata. Non tua, stavolta. Volpi e Poggi, due calciatori di una mediocrità assoluta, entrano nella leggenda, poiché introvabili. Hai completato tre album, tranne che per questi due tizi. Nel cortile iniziavano a girare i racconti che “mio cuggino li ha trovati, ha preso le cicche al tabacchino quello di fronte al binario nove e tre quarti… vero!”.


Fatto sta che gli album che hai – quasi - finito chissà dove sono… Caduti nel dimenticatoio con Volpi, Poggi e la storia della maglia originale. E al campetto, tanto, la tua maglia dell’Ajax con il 10 di Litmanen, spaccava ancora in quella calda estate 1996.

Leggi tutti i capitoli del romanzo a puntate "Azzurro Polini", cliccando QUI o cercando il tag "azzurro polini"!

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